Scopri le Cinque Sorprendenti Assoluzioni nella Bancarotta Fraudolenta della "Mediterranea" di Mazara!

Assolti i Fratelli Savalle: Il Tribunale di Marsala Rigetta le Accuse di Bancarotta Fraudolenta

Un'importante sentenza emessa dal Tribunale di Marsala ha scosso l'opinione pubblica locale, assolvendo cinque imputati, tra cui i castelvetranesi Giovanni e Carmelo Savalle, dalle accuse di bancarotta fraudolenta. Il pubblico ministero Maria Milia aveva richiesto condanne per un totale di oltre quattro anni di reclusione per i due fratelli, imprenditori storici nel settore alberghiero, ma il collegio presieduto da Vito Marcello Saladino ha stabilito che i fatti contestati non sussistono, liberandoli da ogni responsabilità.

La vicenda ruota attorno alla fallita "Mediterranea spa", un'azienda operante nel settore degli hotel di lusso a Mazara del Vallo. Secondo le accuse, gli amministratori avrebbero tenuto contabilità ingannevole, impedendo una corretta ricostruzione della situazione patrimoniale dell'azienda, che aveva dichiarato fallimento nel dicembre 2012. Oltre ai fratelli Savalle, sono stati prosciolti Domenico Pisciotta, Gaspare Morello e Alberto Giovanni Agosta, tutti accusati di aver occultato informazioni cruciali sullo stato dell’impresa.

Nonostante l'assoluzione, la situazione dei fratelli Savalle rimane complessa. Carmelo Savalle è attualmente in carcere a seguito di una condanna definitiva per bancarotta fraudolenta, mentre a Giovanni Savalle è stato sequestrato un patrimonio di circa 63 milioni di euro, con sospetti legami con il boss mafioso Matteo Messina Denaro. Tuttavia, le accuse di collusione con la criminalità organizzata sono state recentemente derubricate, con il Tribunale di Trapani che ha escluso prove sufficienti per dimostrare il coinvolgimento diretto di Savalle con ambienti mafiosi.

In un altro filone della crisi aziendale, Valentina Norrito, moglie di Giovanni Savalle, ha ricevuto una condanna definitiva a un anno e nove mesi di reclusione per bancarotta impropria. La Norrito, in qualità di legale rappresentante della cooperativa "Giardino di Costanza", è stata ritenuta responsabile di aver causato dolosamente il fallimento della società tra il 2010 e il 2011. La sua sentenza, confermata dalla Cassazione, segna un ulteriore capitolo di una storia complessa, che continua a tenere alta l'attenzione sulla giustizia e l'economia del nostro territorio.

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